martedì 25 novembre 2014

Per chi ha paura del filtro...

Filtri al carbone attivo Dr Perl Junior by Vauen
Confrontandomi, nel tempo, con molti fumatori di pipa ho avuto modo di comprendere che la maggior parte di loro tende ad avere una irrefrenabile repulsione verso qualunque tipologia di filtro: siano essi semplicissimi inner tube o i più diffusi sistemi al carbone attivo.
Io stesso, lo ammetto, tendo a non utilizzare spesso tali aggeggi... Ma la mia è più che altro una scelta dettata dalla tipologia di tabacchi che sono solito adoperare.
Sarebbe interessante, però, tentare di comprendere quale sia la necessità che ha spinto gli artigiani e, più ingenerale il mercato, verso la loro diffusione e utilizzo.
Il filtro ha una sua effettiva utilità o è da considerarsi esclusivamente, come sostiene qualcuno, "un problema prettamente tedesco"?
Negli anni una mia idea, giusta o sbagliata che sia, me la sono fatta ed è proprio di questo che vorrei parlare oggi.
La mia intenzione è quella di focalizzare l'attenzione verso la tipologia di filtrazione in assoluto più diffusa: quella al carbone attivo.

Il carbone attivo è un materiale costituito principalmente da carbonio amorfo ed ha tra le sue fondamentali caratteristiche quella di possedere una grande porosità da cui deriva un'elevata capacità "adsorbente".
Proprio quest'ultimo fattore gli permette di trattenere molte molecole appartenenti in origine ad altre sostanze, da qui la sua diffusione di utilizzo in vari ambiti: dai trattamenti dell'aria e dell'acqua fino a quella degli acquari...
Una delle peculiarità di questo materiale è la sua altissima superficie specifica che, grazie alla già citata porosità, può variare dai 500 ai 2500 m2/g: tanto quanto un campo di calcio vero e proprio.

Filtri Big-Ben
Nella pipa questa tipologia di filtro svolge una funzione ben precisa cioè quella di trattenere umidità ed alcune componenti del fumo. Quindi il suo obiettivo, secondo me, non è votato tanto a trattenere la nicotina ma di andare prevalentemente a smussare alcuni spigoli durante la fumata.
Effettivamente, bisogna ammetterlo, ci sono circostanze in cui un filtro da 9mm ha davvero un suo perchè.
La sua utilità diventa cruciale soprattutto quando si ha a che fare con tutta quella gamma di tabacchi aromatizzati reperibili sul mercato. Sappiamo bene infatti che proprio tali tabacchi tendono a sviluppare una maggiore umidità e a risultare estremamente dolciastri e invasivi. Ecco, in questi momenti il carbone attivo ci aiuta ad "ammorbidire" certe note rendendo la fumata più gradevole al palato riducendo proprio l'eccessiva dolcezza.
Il suo effetto "depurante" si fa valere.
Con molte delle altre tipologie di tabacco il filtro, a mio avviso, tende ad essere inutile (in particolar modo con le "english mixtures") andando, in alcuni casi, addirittura a snaturare la fumata.
E se i tabacchi che fumiamo non necessitano dell'utilizzo del carbone attivo? Nulla di più semplice: basta un riduttore inserito nell'apposito alloggio del bocchino ed il problema è risolto.
Bisogna aver paura del filtro? Assolutamente no, bisogna provarlo, testarlo con varie miscele e imparare a conoscerlo e a capire quali siano quelle circostanze in cui la sua presenza potrebbe rivelarsi davvero azzeccata.
Tornando indietro nel tempo, quando iniziai a muovere i primi passi con il lento fumo, fui il primo ad evitare a prescindere pipe con filtro... Ma posso ammettere che, attualmente, ne ho alcune che uso con soddisfazione e senza alcun pentimento.
A volte il vero problema non è tanto il filtro quanto il pregiudizio del fumatore di pipa.
Carbone attivo