mercoledì 27 agosto 2014

I bocchini e i loro perni

Immagine tratta dal sito di "calabriapipe"
La primissima cosa che ci viene in mente, quando parliamo di pipe, è la loro radica: liscia, fiammata, naturale, sabbiata... Andando spesso a trascurare il loro bocchino.
Non è mia intenzione quella di intavolare una discussione tra le varie tipologie di forme e materiali relativi ai bocchini (dato che lo abbiamo già fatto qui) ma soffermarmi, piuttosto, su un altro elemento di vitale importanza: il loro perno.
Ad oggi, escludendo gli innesti di tipo flock, possiamo individuare due tipologie ben distinte di perni:
- Perni torniti
- Perni antirottura
Il perno tornito è quello ricavato direttamente dalla barra (di ebanite o metacrilato) e quindi parte integrante del bocchino stesso. Questo tipo di perno richiede una lavorazione un poco più complessa e per molti rappresenta sinonimo di elevata qualità.
Ha lo svantaggio di una maggiore esposizione alle rotture in caso di caduta. A volte, anche se raro, il problema della rottura può verificarsi anche nelle normali fasi di pulizia della pipa, cioè semplicemente rimuovendo il bocchino dal cannello.
Il perno antirottura, generalmente in teflon, non nasce sul bocchino ma viene innestato su di esso. A primo impatto questa soluzione potrebbe apparire antiestetica per alcuni ma presenta un grosso vantaggio: essendo il teflon un materiale molto flessibile resiste benissimo a cadute accidentali. Inoltre presenta un'altra nota caratteristica, cioè la capacità di autolubrificarsi. Si, una pipa con perno antirottura può esser smontata anche a caldo senza che il cannello o il perno subiscano danni.
Dall'alto: perno tornito e perno in teflon innestato
Attualmente posseggo più di una pipa con spina antirottura e devo ammettere che quasi le preserisco alle tornite... Non so, mi danno una sicurezza psicologica maggiore. Sapere che la mia pipa è al sicuro da rovinose cadute mi fa dormire sonni più sereni.
Inoltre sono davvero molti gli artigiani che negli ultimi anni hanno iniziato ad adottare il teflon (o il nylon) dato che, effettivamente, offre vantaggi maggiori a costi di lavorazione minori.

domenica 24 agosto 2014

"La Burnisa" by Santambrogio

"La Burnisa LBB"
Chi conosce la "Tabaccheria Del Corso" di Rimini sa benissimo che al suo interno, oltre ad una buona selezione di tabacchi e sigari, è possibile trovare una buona e sanissima dose di competenza.
Ma il giovane proprietario, Simone, ha deciso di fare proprio della pipa una bandiera offrendo l'opportunità, a chiunque ne sia interessato, di poter scegliere tra un parco di brands di tutto rispetto: si passa dalle fantastiche Ardor alle classicheggianti Dunhill attraversando nel mezzo radiche di grande qualità.
La testa e la bellissima sabbiatura
Ma c'è una cosa che solamente Simone e la sua tabaccheria possono offrire in tutt'Italia, ed è una cosa a parer mio specialissima.
Una delle idee alla base del titolare della Tabaccheria Del Corso era quella di poter offrire alla propria clientela una pipa unica e irripetibile, partorita dalla strettissima collaborazione con un valido pipemaker.
Bene, questa idea, da qualche anno, ha preso forma dando vita ad una serie di pipe chiamate "La Burnisa".
La pipa, realizzata in esclusiva da Stefano Santambrogio (di lui ne abbiamo parlato qui proprio qualche giorno fa) e sotto la supervisione di Simone è ormai giunta alla terza serie dopo un percorso fatto di piccoli grandi successi.
Doppio dettaglio: bordo/fornello e bocchino
Naturalmente anch'io non ho saputo reggere alla tentazione e ho deciso di portarmene a casa una.
"La Burnisa LBB" è una bellissima chubby billiard di 12cm di lunghezza, con una sabbiatura tanto leggera quanto spettacolare ed un ottimo bocchino in metacrilato con effetto corno.
Pipa compatta, bella da stringere tra le mani e ideale da portare sempre con se per via delle dimensioni piuttosto compatte. Me ne sono innamorato.
Ma sapete qual è la cosa davvero particolare? Che questa bella radica mi è costata solamente 68€!! Parliamoci chiaro: generalmente con quella cifra non si porta a casa nulla di buono... Ma con La Burnisa tutto è possibile!!
Un consiglio: entrate sullo store della Tabaccheria Del Corso e scegliete tra i vari finissaggi La Burnisa che più vi aggrada... Vi garantisco che ne sarete felicemente soddisfatti!!
La sabbiatura da un'altra angolazione

venerdì 22 agosto 2014

Un pressato tutto casalingo

Pressa a T
È sempre stata un'idea fissa quella di potermi realizzare un pressato comodamente a casa, un cake interamente "home made".
I vantaggi del tabacco pressato sono indubbiamente più di uno. Il primo su tutti è quello della conservazione dato che questi formati riescono a conservare più a lungo la loro umidità interna.
Altri fattori fondamentali sono la combustione più lenta e la facilità di trasporto. Basta avere con se un temperino per affettare il nostro pressato ed il gioco è fatto.
Ma veniamo a noi.
Facendo un giro accurato sulla rete è possibile trovare diversi metodi artigianali per tale scopo ma ognuno di essi prevede l'utilizzo di strumenti autocostruiti e, poichè le mie abilità nel "fai da te" sono sempre state assai limitate, ho sempre preferito accantonare le sperimentazioni.
Poi, un bel giorno, sono venuto a sapere dell'esistenza di uno strano utensile utilizzato prevalentemente per scopi meno leciti del solito (e meno nobili dei nostri) e che poteva facilmente adattarsi alle mie intenzioni: una pressa manuale portatile a "T".
Senza indugio ne ho ordinata una e mi sono subito messo all'opera.
Il primo (e attualmente unico) tentativo di sperimentazione è stato fatto utilizzando esclusivamente del Trinciato Forte. Prima di poter procedere ho preferito umidificare il tabacco per qualche giorno facendo in modo che potesse poi compattarsi a regola d'arte.
Solo a questo punto ho caricato a dovere il cilindro metallico della piccola pressa e reinfilato il tappo superiore. Sono bastati pochi giri di manovella per metter sotto pressione il nostro trinciato: una volta che il contenuto raggiunge un certo serraggio non bisogna fare altro che lasciar riposare. Solamente dopo 24/48 ore è opportuno fare qualche altro giro di manovella e continuare ad attendere.
Trascorsi un paio di giorni ho deciso di aprire la pressa e scoprire come sono andate le cose.
Beh, il risultato giudicatelo voi.
E in fumata come si è comportato il Forte sotto pressione?? In modo fantastico: fumata piena, lenta e abbastanza regolare. Un signor pressato. Naturalmente il caricamento risulta un tantino più laborioso... Ma basta fare un po' di attenzione e la cosa verrà da se.
Un cilindro di Trinciato Forte

mercoledì 20 agosto 2014

Getz "Seven Days"

Georgi Todorov: Getz Pipes
Adoro Georgi.
Ammiro totalmente le sue creazioni, le trovo estremamente originali e estrose ma senza mai superare quel limite di tolleranza che spingerebbe il fumatore a voltarsi da un'altra parte.
Mi piacciono le sue pipe... E mi piacciono le sue "Chubby Calabash Inside".
Proprio in questi giorni è possibile ammirare le nuovissime pipe di Georgi facenti parte della serie "Seven Days" by Getz.
Esatto, un set di pipe per la settimana, una al giorno da mettere tranquillamente a rotazione. La serie è composta esclusivamente da modelli "reverse" rivisitati apposta per questa occasione. Rivisitati perchè nelle precedenti serie "calabash inside" il cannello era più lungo e quindi con una camera di espansione di maggiore capacità. Questa volta, invece, abbiamo dei cannelli più corti e dei bocchini che vanno a colmare questa assenza essendo più lunghi.
Io stesso sono il felicissimo proprietario di una Getz Calabash Inside in formato rhodesian: fuma divinamente nonostante le sue dimensioni estremamente ridotte e compatte.
Non ho chiesto ancora informazioni al riguardo ma credo che le sette pipe siano in vendita anche singolarmente quindi chi non volesse l'intero set potrebbe decidere tranquillamente di portarsene a casa solamente una o due.
Certo però che vederle tutte assieme mette addosso una gran voglia di fumarle partendo di lunedì proprio dalla prima fino ad arrivare alla domenica con l'ultima... Questa si che sarebbe una felice settimana!!
A voi la scelta. Con Getz si va a colpo sicuro.

martedì 19 agosto 2014

Santambrogio pipe

Stefano Santambrogio nel suo laboratorio
Non so per quale motivo ho la sensazione che si parli sempre poco delle bellissime realizzazioni di Stefano Santambrogio.
Stefano, figlio d'arte (suo nonno e suo padre sono stati pipemakers), porta avanti a testa alta un lavoro lungo ormai tre generazioni realizzando pipe di pregevolissima fattura.
La leggenda vuole che la primissima parola che imparò a pronunciare da bambino fu proprio "pipa"... E chissà: forse il suo destino era già segnato fin da allora.
Oggi il suo laboratorio a conduzione familiare, portato avanti con orgoglio e gioia, rappresenta una piccola grande realtà nel panorama italiano: accanto a lui solo la moglie Sara ed una seconda collaboratrice.
Le linee delle creazioni di Stefano sono di stampo classico ma senza accantonare una certà originalità ben visibile in ogni suo piccolo capolavoro.
Ad oggi posseggo soltanto una pipa marchiata Santambrogio ma ne vado molto orgoglioso: una radica leggera e ben stagionata che si lascia tenere più che volentieri tra le mani e tra i denti.
A completarla un ottimo bocchino in acrilico con effetto cumberland. La fumo sempre molto volentieri caricandola con le mie english mixtures preferite.
Da un po' di tempo a questa parte la Santambrogio Pipe sta collaborando con Simone, titolare della "Tabaccheria del Corso" di Rimini, realizzando in esclusiva una serie specialissima chiamata "La Burnisa" e disponibile in diversi finissaggi. A mio avviso meritano più di un'occhiata!
Il futuro cosa mi riserva? Acquisterò altre pipe Santambrogio? Sicuramente si. Sono pipe ben realizzate, molto belle e con un rapporto qualità/prezzo degno di nota.
Poca spesa... Massima resa!
Nelle foto: la mia prima e (per ora) unica pipa Santambrogio

giovedì 14 agosto 2014

Acquisti fumosi d'agosto...

Oggi, complice il gran caldo estivo, ho deciso di salire sulla mia cabrio per fare un giretto.
Ad esser onesti la passeggiata non era affatto casuale ma miratissima.
La meta da raggiungere non era altro che il mio tabaccaio di fiducia e, portafogli alla mano, mi sono riportato a casa qualche prelibatezza:
- 2 tins di Balkan by Brebbia
- 2 barattoli di Timm London Blend 1000
- 1 confezione di Toscanello 65° Anniversario
Sono tutti tabacchi da pipa super collaudati e che fumo ormai da tempo, quindi sono andato a colpo sicuro. L'unico prodotto fuori dal coro è l'edizione speciale del Toscanello in confezione da 10 pezzi ma si sa che in estate un buon sigaro tende ad essere preferibile in confronto ad una fumata di pipa, soprattutto durante le ore di grande caldo.
Se siete interessati potete fare "clic" sui nomi dei tabacchi e scoprirne di più!

lunedì 11 agosto 2014

Mac Baren "Cube": a caval donato...

Proprio una settimana fa mi è stato fatto un gentilissimo omaggio: una confezione di Mac Baren Cube Silver.
Parliamo di una miscela certamente nota ai più e che io, purtroppo, non ho mai avuto modo di testare pur avendo sempre destato la mia curiosità di fumatore di pipa. È composta da Cavendish, Black Cavendish, Burley, Virginia e Orientali.
Sulla rete i pareri al riguardo sono piuttosto contrastanti ma sappiamo benissimo che, quando si parla di aromatici o di aromatizzati, è facile storcere il naso. Io stesso non amo particolarmente queste tipologie di tabacco ma sono dell'idea che un po' di dolcezza di tanto in tanto non guasta mai.
La confezione, un elegante cubo in legno contenente ben 100g di tabacco, è davvero accattivante e ne invoglia sicuramente l'apertura. I sentori a crudo non sembrano così malvagi e lasciano comunque presagire una fumata dolce e rotonda.
Questo Cube è stato un regalo gradito e certamente inaspettato: lo fumerò con parsimonia quando sentirò la necessità, magari durante la stagione invernale, di avvolgere il palato con qualcosa di dolce e coccolante.
Sicuramente le dedicherò una pipa tutta per lei.
E poi... A caval donato... Non si guarda in bocca!!!

venerdì 8 agosto 2014

Straight Rhodesian by Gilli

Gilli straight rhodesian oil cured

Finalmente ho capito.
Ho compreso che nella vita di un uomo sono soltanto due le cose che davvero contano: avere una donna accanto (e sotto questo aspetto non posso lamentarmi) e possedere almeno una pipa realizzata da Mauro Gilli.

In un precedente post (che potete trovare qui) vi avevo raccontato degli accordi presi con Mr Mauro per la realizzazione di una pipa che ero ansioso di regalarmi per il mio compleanno.
Quella pipa è arrivata proprio qualche giorno fa e ve la mostro con orgoglio.
È una "straight rhodesian" sabbiata con bocchino in metacrilato e vera in argento.
Interpretazione fantastica e molto "classicheggiante" di uno shape che adoro terribilmente e al quale non saprei proprio rinunciare.

Tutto è nato al telefono riflettendo e mettendo a confronto le nostre idee.
Successivamente Mauro, con la sua proverbiale cortesia, ha dato il via alle danze mostrandomi in foto le teste grezze che aveva preparato e, in comune accordo, abbiamo scelto quella che ci sembrava più congeniale per il nostro scopo.
Inizialmente su questa rhodesian era previsto un bocchino bianco striato ed un finissaggio della radica più chiaro... Ma strada facendo siamo tornati sui nostri passi accantonando questa idea optando, in via definitiva, per un colore più scuro in abbinamento ad un favoloso metacrilato granigliato che in controluce lascia gridare al miracolo.
E proprio sul bocchino vorrei soffermarmi per un istante: tagliato a mano con grandissima maestría, dotato di perno antirottura, con un dente ad angolo vivo comodissimo che rappresenta ormai un vero e proprio segno distintivo per l'artigiano torinese.
La radica è marchiata con tre asterischi (***) che, se non vado errato, stanno ad indicare il massimo livello di bellezza della sabbiatura.
Altra nota caratteristica di questa pipa è rappresentata dal fornello sottoposto ad uno speciale trattamento ad olio che ha lo scopo di rendere la pipa "buona" fin dalla primissima fumata.

A conti fatti sono proprio felice di questo ultimo acquisto, una pipa firmata "Gilli" mi mancava e mi ero promesso da troppo tempo di prenderne una. Sono certo che saprà regalarmi dei bei momenti di relax e tranquillità.
Una meraviglia di pipa che fumerò solo ed esclusivamente con Balkan Brebbia.

Un dettaglio del sublime bocchino "granigliato"

mercoledì 6 agosto 2014

La pipa e le donne...

Petereson Rosslare Spigot 150 regalatami dalla mia compagna per il nostro primo Natale

Tendenzialmente il rapporto tra le nostre consorti e la pipa è cosa deleterea.
Sono molti i fattori che spingono le donne ad odiare la radica: fumo (fin troppo spesso sgradevole) per tutta la casa, residui di tabacco sparsi un po' qua e la per il pavimento (e di questo sono realmente un gran colpevole), pipe su pipe ad occupare mensole e scaffali...
Insomma, fin troppo spesso le nostre donne non hanno tutti i torti.

Peterson DeLuxe 4's regalatami dalla mia compagna
Io, fortunatamente, ho accanto una compagna fin troppo tollerante sotto questo aspetto.
La mia Ale accetta volentieri la mia passione tentando anche di condividerne alcuni aspetti. È bello vederla incuriosirsi davanti ad un mio nuovo acquisto restando all'ascolto mentre decanto le qualità immense dell'ultima pipa che mi sono portato a casa... Ed è altrettanto curioso vederla infilare il naso dentro chissà quale tin di tabacco per comprenderne i profumi più disparati!
E se la mia compagna vuole rendermi felice sa già come fare: tablet alla mano mi invita assieme a lei a fare un giro sui vari stores alla ricerca di una nuova radica da regalarmi.

Peterson DeLuxe 12 1/2: la pipa per il mio recente compleanno
Prorprio qualche giorno fa, in occasione del mio compleanno, ha deciso di regalarmi una nuova pipa. Naturalmente, come sempre accade in queste circostanze, abbiamo deciso di scegliere assieme.
Questa volta abbiamo optato per una Peterson System DeLuxe 12 1/2 natural.
Uno shape molto particolare, una pipa small molto comoda e pratica. A prima vista potrebbe apparire un tantino sproporzionata... Ma non è affatto così. Inoltre presenta un "occhio di pernice" davvero notevole.
Fino a qualche tempo fa questo shape era si disponibile in Italia ma non in versione natural... Chissà... Forse qualcosa è cambiato... O forse è stato proprio Bollito a contattare la casa irlandese per averne una? Per ora questo è ancora un mistero da risolvere.

Resta comunque il fatto che la mia dolce metà non è nuova a regali di questo genere: ad oggi mi ha già regalato tre belle pipe che custodisco gelosamente.
E adesso il suo prossimo passo quale sarà?? Semplicissimo: trascinarmi quanto prima a Cagli per la festa della pipa!!!
Una donna così farebbe invidia a tanti fumatori!!!

venerdì 1 agosto 2014

"Briar Cigar" by Morgan



Era un'esperienza che mi ero promesso di fare.
Grazie alla complicità di Cosimo e Leonardo, titolari di AlPascià di Milano, ho finalmente avuto l'opportunità di toccare con mano e testare in maniera diretta il celebre "Briar Cigar" by Morgan.
Avevo già speso due righe in passato per il "sigaro di radica" proprio qui e adesso sono pronto per raccontarvi questa mia prova di fumata.

Il Briar Cigar si presenta in maniera impeccabile, con una confezione rigida e compatta che ci permette di portarlo ovunque senza rischi di rottura ed una costruzione veramente curata.
Fondamentalmente il nostro sigaro si compone di tre parti: un bocchino in acrilico, il corpo centrale in radica e un "tappo" che va rimosso in fumata.
Proprio il tappo svolge una funzione decisamente pratica: ci permette di caricare il "sigaro" con il nostro trinciato preferito e di infilarcelo tranquillamente in tasca evitando a priori brutte sorprese. Allo stesso tempo ci da l'opportunità di interrompere la fumata, semplicemente tappando, e di riprenderla più in la.
Il corpo di radica è invece caratterizzato dalla presenza di una camera di espansione tipo "calabash" che ha il compito di renderci la fumata un tantino più fresca.

Ho deciso di testare il Briar Cigar a diverse temperature per meglio valutare il suo comportamento. Naturalmente mi sono affidato sempre allo stesso tabacco: il Trinciato Forte.
Le prime 5/6 fumate sono state fatte nel pieno del caldo estivo, con una temperatura attorno ai 30°. In queste occasioni la tendenza al surriscaldamento è stata inevitabile ma non così eccessiva come avrei potuto immaginare e la fumata non ne è uscita compromessa. Il sistemino "calabash", in questa occasione, deve aver fatto la differenza.
Uno sguardo all'interno
Le fumate successive, invece, sono state fatte durante un week end trascorso tra i monti con la mia compagna. In questa occasione la temperatura si aggirava attorno ai 20/25°. È stato proprio in quei momenti, nelle lunghe passeggiate tra boschi e sentieri, che il nostro sigaro ha saputo dare il meglio di se: fumata perfetta, combustione regolare e gestibilissima. Ovvio che la punta del sigaro tenderà comunque a scaldare un po' visto il ridotto spessore delle sue pareti... Ma nulla di preoccupante.
Durante la fumata consiglio di far girare il sigaro di radica tra le dita per far si che la combustione proceda nel modo più regolare ed omogeneo possibile.

Il "Briar Cigar" e la sua pratica custodia
Alla luce di queste molteplici fumate non mi sento ancora pronto per dare un giudizio definitivo, ma per ora devo ammettere che l'esperienza è da valutarsi positivamente. Certo non bisogna fare l'errore di associare il Briar Cigar ad una pipa dato che sono due cose ben differenti.
Per me il Briar Cigar è un bel "gioco", un'alternativa valida ed ideale per fumate brevi di circa 15/20 minuti, uno strumento che potrebbe far scoprire ai fumatori di sigaro il vasto mondo dei trinciati da pipa.
Attualmente il mio sigaro di radica mi sta accompagnando ovunque, è sempre con me in borsa e lo sto fumando con cadenza quotidiana. Lo trovo molto pratico soprattutto durante i miei spostamenti in auto, quando avere le mani un po' più libere può far solo comodo.